Per vendere online prodotti e servizi ci possono essere molti modi: abbiamo visto il content marketing, il posizionamento nei motori attraverso l’uso oculato dei cosiddetti fattori «on page», il social media marketing, il Pay Per Click (ad esempio AdWords)… insomma, molte strategie, spesso adottate assieme, per raggiungere il maggior numero di consumatori e consensi.
Ma anche nell’era digitale i brand forti sono riconosciuti maggiormente dagli utenti che ancora oggi si affidano di più a nomi consolidati, o comunque ritenuti in maniera diffusa «credibili» e pertanto più sicuri, più appetibili. È interessante sottolineare che l’autorevolezza dei marchi più conosciuti ha un rendimento, in termini di visite nei siti web, maggiore rispetto a quello degli annunci sponsorizzati. Quando un utente trova un articolo in un blog che parla di un certo brand, oppure un link di una marca nota condiviso su Facebook, è più probabile che l’utenti clicchi in quel link, piuttosto che in un annuncio sponsorizzato mescolato nei risultati dei motori di ricerca o visualizzato nei banner pubblicitari inseriti nei siti web.
Con questo dato si capisce come gli utenti siano molto più critici ed attenti a differenza di qualche anno fa. Un esempio è dato dalla pubblicità attraverso le email: saturare i destinatari di email promozionali palesemente mirate alla vendita ha un rendimento minore in confronto al passato. Gli utenti si aspettano qualcosa di più di un «compra subito». Ci devono essere motivazioni più profonde che trasformano l’utente da visitatore ad acquirente.
Le aziende che vogliono investire realmente nel web devono seguire questo trend ed offrire servizi, contenuti e prodotti di qualità, coinvolgendo gli utenti, facendo parlare bene di sé, proponendo iniziative online per diffondere maggiormente il brand e monitorando attentamente le esigenze dei consumatori.